Scese la sera, lei andò a pregare il rosario in Chiesa, era una piccola chiesa in mezzo alla salsedine della città antica, che nessuno mai notava. Era tornato il suo amore, il suo sogno, ancora vivo, dopo gli anni che aveva passato ad aspettarlo
la città piena di vita, aveva un sentore di rivolta, un profumo di odio, che mai si sarebbe realizzato come era stato previsto.
Mentre scriveva le sue parole, lo pensava, e dopo aver impresso un bacio sul piccolo crocifisso che portava con sè, sacro come la vita, prese e ritornò nella sua piccola casa. Accese un lume e prese ad aspettarlo. Arrivò coperto da un mantello fatto di una tela mesta e blu grigio, lei illuminò la casa
e corse fra le sue braccia, felice sorrise.
Quella notte passò felice, come tante altre a venire, come l’alba che sorgeva di nuovo nella sua vita. Era tornato, e per non andarsene più via.
C’era tanto da fare in città
il caffè intanto era già stato perlomeno avviato
un posto poco raccomandabile
che forniva alcohol falso per curare
gli avventori dal dolore
lei aveva servito per qualche tempo anche lì, militando per la causa
c’erano tanti curiosi
che non aspettavano altro che mangiare bene e chiacchierare con gli amici.
Per sport portava i bicchieri in tavola e serviva la carne, non tanto male per derivare dal riso.
Avrebbe funzionato come doveva?
Tutti i camerieri volevano vedere se funzionava il progetto di disintossicare la popolazione
lo chiamarono
“La Locanda del Conte di Montecristo”
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